E’ veramente Risorto! Cambia il percorso.

Cari amici, il Signore è risorto! E’ veramnente risorto! E’ risorto come aveva detto. La tomba è vuota: “Perché cercare tra i morti uno che è vivo?”. Se è risorto, significa che è presente qui e ora, per ciascuno di noi. Se è risorto, Dio è la nostra gioia! Qual è la pietra che ti impedisce di gioire? Cambia il percorso. Quante volte abbiamo ascoltato l’annuncio pasquale senza che il nostro cuore si convertisse? Come i discepoli di Emmaus anche noi camminiamo tristi nella vita, non sapendo bene cosa pensare; anche noi come l’apostolo Tommaso, stentiamo ad uscire dalle nostre delusioni. In questi giomi santi abbiamo meditato i racconti della Passione e ci siamo misurati con il male che può dominare il cuore e dettare scelte contro l’amore, scelte che sono sempre contro la vita. E' sempre possibile, però, scegliere di seguire un altro percorso e accettare un modo nuovo di vivere che comincia sempre con un modo diverso di morire: “Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!” (Col 3.3). Riflettendo sui drammi dell'umanità ci accorgiamo che stiamo perdendo il tempo dell'umanità. Ma, la storia umana pur segnata da drammi, sciagure e sofferenze, è stata visitata da Dio in Gesù ed è stata rodenta nella sua Pasqua. l cinquanta giomi, della Pasqua, ci permetteranno di compiere un cammino di luce, una riscoperta della bellezza di un Dio vivo. Il Tempo pasquale, dunque, ci è offerto ancora una volta, per lanciarci in questa avventura con il Signore che forse abbiamo abbandonato. Al mattino di Pasqua ci ritroviamo così al punto di prima, costretti di nuovo a tornare al “sepolcro" e ripartire da lì quando invece sembrerebbe più logico ripartire da altrove. Ma la sfida della fede e dell’amore ci fanno ripartire come Maria di Magdala e i discepoli, dallo stesso luogo ove la speranza è stata sepolta. La pietra che ha sigillato è la stessa pietra che rimette tutto in moto. E’ un invito a prendersi cura della qualità della propria fede per potersi poi prendere cura degli altri perché chi riflette sulla qualità della propria fede, riflette sulle azioni della propria persona. Significative le parole di Walter Scudero nella sua “contemplazione del volto di Cristo”: “Ogni qualvolta ci abbandoniamo a te con fede, torniamo nella perfezione del progetto originario e il male e la colpa scompaiono; è la nostra fede a riaprire le porte dell’antico giardino ove tutto è ordine, bellezza, armonia, ed ecco: siamo guariti”. E dunque : “Si può sigillare un sepolcro, si può mettere davanti una guardia, ma non si può impedire che la vita abbia inizio in coloro che l’hanno compresa” (Luigi Verdi).